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UBICAZIONE
78160
Fondazione Federico Zeri, Archivio fotografico
PI_0358/3/6
OGGETTO
SOGGETTO / TITOLO
Pellegrino da San Daniele - sec. XV/ XVI - Sacra Famiglia
del catalogatore
insieme
AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Datazione
XIX/ XX (1898 ca. - 1909 ca. )
analisi storica/ iscrizione
DATI SULLA RIPRESA
1898-1909
RAPPORTO
9794
PRODUZIONE E DIFFUSIONE
Venturi, Lionello
committente
Venturi
iscrizione
ANNOTAZIONI
La fotografia raffigura un'opera di Pellegrino da San Daniele oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Strasburgo (inv. 249), databile tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento. Il dipinto fu acquistato da Bode nel 1892 a Firenze con fondi del lascito Sengenwald. Nei cataloghi antichi del museo l'opera viene citata priva di riproduzioni fotografiche: nel 1899 è registrata con inv. 222 e attribuita da G. Dehio a un pittore veneziano di terraferma (ciò giustifica anche l'iscrizione "Arte Veneta" sul verso della fotografia); nel catalogo del 1903 permane l'attribuzione a un pittore dell'ambito veneziano. Il primo mutamento attributivo avviene nel 1909 con Lionello Venturi che, all'interno del contributo "Due opere di Gianfrancesco da Tolmezzo" (L'Arte, maggio-giugno 1909, pp. 211-215), assegna l'opera a Gianfrancesco da Tolmezzo e ne pubblica per la prima volta una riproduzione. L'articolo non fornisce crediti fotografici, ma sul verso della fotografia in esame compaiono annotazioni che ne permettono l'identificazione con quella pubblicata da Venturi: la scritta a matita "Arte L. Venturi" e un'etichetta tipografica DANESI - ROMA con campi prestampati compilati a mano con "Arte" (Comm.), "Venturi" (Consegna) e il numero "9794". "Comm.: Arte" rimanda con ogni probabilità alla rivista "L'Arte", diretta da Adolfo Venturi dal 1898, mentre la consegna a Venturi potrebbe riferirsi sia ad Adolfo che a Lionello. Le cifre tipografiche "0,15" indicano verosimilmente il valore di ritaglio (in cm) dell'immagine per la pubblicazione del 1909.
La direzione della rivista "L'Arte", nata dalla trasformazione dell'"Archivio storico dell'arte" fondato da Domenico Gnoli nel 1888, fu affidata ad Adolfo Venturi nel 1898. Nel 1909 Lionello Venturi vi pubblica la riproduzione in esame, attribuendo il dipinto a Gianfrancesco da Tolmezzo. Successivamente, nel 1936, Fiocco restituiva l'opera a Pellegrino da San Daniele, citando proprio la riproduzione apparsa nell'articolo di Venturi.
La ditta Danesi fu attiva a Roma dal 1839 al 1979. Il fondatore Michele Danesi (Napoli 1809 - Roma 1887), pittore formatosi con Tommaso Minardi, aprì uno stabilimento litografico in via della Vite 20a e via Bocca di Leone 85, specializzandosi dal 1855 nella riproduzione fotografica di opere d'arte. Dal 1876 operava in via dei Bagni 36 (oggi via Romagnosi). Nel 1869 Michele, con i figli Cesare e Camillo, mise a punto e brevettò la fototipia, processo fotolitografico di grande raffinatezza e costo ridotto. Dopo la sua morte (1887), i figli proseguirono l'attività collaborando con la Regia Calcografia di Stato e il Vaticano, per il quale stamparono numerose edizioni di codici e opere d'arte. Nonostante un incendio avvenuto nel 1894, che distrusse lastre, macchinari e documenti dell'archivio, l'attività riprese rapidamente: nel 1895 Cesare e Camillo svilupparono la tricromia. La ditta proseguì l'attività fino al 1979, con Remo Danesi Hinna (1879-1937) e i suoi discendenti, collaborando con il Vaticano, la Regia Calcografia e numerose riviste artistiche e fotografiche. (Scheda di Alessandra Puleo, 2025).
La direzione della rivista "L'Arte", nata dalla trasformazione dell'"Archivio storico dell'arte" fondato da Domenico Gnoli nel 1888, fu affidata ad Adolfo Venturi nel 1898. Nel 1909 Lionello Venturi vi pubblica la riproduzione in esame, attribuendo il dipinto a Gianfrancesco da Tolmezzo. Successivamente, nel 1936, Fiocco restituiva l'opera a Pellegrino da San Daniele, citando proprio la riproduzione apparsa nell'articolo di Venturi.
La ditta Danesi fu attiva a Roma dal 1839 al 1979. Il fondatore Michele Danesi (Napoli 1809 - Roma 1887), pittore formatosi con Tommaso Minardi, aprì uno stabilimento litografico in via della Vite 20a e via Bocca di Leone 85, specializzandosi dal 1855 nella riproduzione fotografica di opere d'arte. Dal 1876 operava in via dei Bagni 36 (oggi via Romagnosi). Nel 1869 Michele, con i figli Cesare e Camillo, mise a punto e brevettò la fototipia, processo fotolitografico di grande raffinatezza e costo ridotto. Dopo la sua morte (1887), i figli proseguirono l'attività collaborando con la Regia Calcografia di Stato e il Vaticano, per il quale stamparono numerose edizioni di codici e opere d'arte. Nonostante un incendio avvenuto nel 1894, che distrusse lastre, macchinari e documenti dell'archivio, l'attività riprese rapidamente: nel 1895 Cesare e Camillo svilupparono la tricromia. La ditta proseguì l'attività fino al 1979, con Remo Danesi Hinna (1879-1937) e i suoi discendenti, collaborando con il Vaticano, la Regia Calcografia e numerose riviste artistiche e fotografiche. (Scheda di Alessandra Puleo, 2025).

