Nato a Forlì il 15 agosto 1962, Stefano Tumidei si laurea in Lettere nel 1986, con una tesi su Melozzo da Forlì e la pittura romagnola della fine del Quattrocento. L'anno successivo è borsista presso la Fondazione Longhi a Firenze, dove approfondisce le ricerche sulla pittura romagnola tra XV e XVI secolo. Nel 1990 si specializza all’Università di Bologna con una tesi su "Antonio Trentanove e la scultura del Settecento in Romagna" e nel 1993 consegue il dottorato di ricerca con una tesi su "Melozzo da Forlì. La fortuna critica, l’abside dei Santi Apostoli e il problema della formazione". Dal 1994 al 2000 ricopre le cariche di conservatore dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e di responsabile del Museo Civico d’Arte Industriale e della Galleria Davia Bargellini; nel 1995 è nominato ispettore onorario della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Bologna, Forlì, Ravenna, Ferrara. dal 1994 al 1998 Tumidei è professore a contratto per l’insegnamento di Storia dell’arte. Metodologia della ricerca storico-artistica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, e dal 2000 è ricercatore in storia dell’arte moderna presso la stessa facoltà. Numerosi i corsi da lui tenuti: su Bernini e la scultura del Seicento, sulle arti figurative in Emilia nel XVI secolo, sul conoscitore d’arte. Dal 2002 è consulente scientifico della Fondazione Federico Zeri dove svolge un ruolo decisivo sia per il progetto di catalogazione della fototeca sia per l’attività scientifica. Per conto della Fondazione Zeri organizza nel 2004 a Mentana il corso specialistico L’arte a Roma nel Duecento e il cantiere d’Assisi. L'anno prima della sua scomparsa, avvenuta il 9 maggio 2008, Tumidei è stato il promotore, insieme ad Anna Ottani Cavina della mostra Federico Zeri. Dietro l’immagine (Bologna, 2009-2010).
Indispensabile strumento di lavoro, il fondo riflette l'attività professionale e gli argomenti di studio di Tumidei, incentrati soprattutto sulla pittura e sulla scultura emiliano-romagnole dal Quattrocento al Settecento. Particolarmente interessanti sono i negativi e i provini che documentano l'attività di Tumidei come fotografo. Realizzati durante i suoi numerosi viaggi, in chiese e musei italiani ed europei, gli scatti rivelano una costante ricerca del punto di osservazione migliore e dell'inquadratura perfetta, nonchè l'attenzione ai particolari delle opere d'arte.
1984 - 2007
donazione ( 2009 )
buono
Le fotografie del fondo Tumidei, consultabili sul sito della Fondazione Zeri, arricchiscono e integrano il lascito di Federico Zeri, poiché riguardano un’area geografica e centri di produzione di cui il grande studioso non possedeva una documentazione fotografica esaustiva.
Corinna Giudici, Fotografare la scultura, fotografare Guidarello: permanenze e variazioni, in: Guidarello Guidarelli tra storia e leggenda, a cura di Nadia Ceroni, Alberta Fabbri, Claudio Spadoni, Ravenna, Museo d'arte della Città di Ravenna, 2011.
Stefano Tumidei, Antonio Trentanove e la scultura del Settecento in Romagna, a cura di Andrea Bacchi, Silvia Massari, Bologna, Fondazione Federico Zeri 2016
Le fotografie sono conservate nei faldoni originali, mentre i singoli fascicoli in cui erano suddivise sono stati sostituiti con fascicoli adatti alla conservazione, mantenendone l'ordinamento e le intestazioni originali date dallo studioso. Le fotografie sono state timbrate, inventariate e imbustate singolamente in buste trasparenti di polipropilene. Del fondo è stata realizzata una mappatura in formato excel in cui sono riportati tutti gli interventi operati sulle fotografie. A partire dal 2016 il fondo Tumidei è stato oggetto di un progetto di catalogazione informatizzata che ha portato alla digitalizzazione e alla catalogazione con scheda F-ICCD di oltre 4.000 fotografie di pittura e scultura emiliana e romagnola.
Il fondo è consultabile su appuntamento dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, con alcune limitazioni relative ai nuclei che non sono ancora stati oggetto di una catalogazione puntuale. Per richiedere un appuntamento scrivere a fondazionezeri.fototeca@unibo.it