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Archivio Croci

Il fondo è composto per la stragrande maggioranza da negativi alla gelatina su vetro realizzati dal fotografo tra il 1917 ca. e il 1934 e gestiti e integrati dal figlio fino al 1941, nonchè da 142 stampe positive e 22 diapositive. Accanto a questi materiali originali è presente anche un gruppo di 1.301 positivi che nel 1958 la ditta Fotofast stampò a contatto su commissione dell'Istituto di Storia dell'Arte: un intervento funzionale a rendere più semplice la consultazione dei materiali. Le lastre (4.197 in totale) presentano una suddivisione per formato e sono ordinate per numero di inventario, mantenendo quindi l'originaria classificazione data dal soggetto produttore, funzionale allo svolgimento della sua attività professionale. Tra i materiali di corredo si segnalano un catalogo originale manoscritto, ordinato per autore dell'opera fotografata, un catalogo a stampa - l'unico pubblicato dal fotografo - del 1931, ugualmente ordinato per artista, e un catalogo dattiloscritto redatto dal fotografo Mario Sansoni al momento dell'acquisizione della raccolta, ordinato per luogo di deposito delle opere.

STRUTTURA DEL FONDO clicca su per espandere e navigare l’albero archivistico e su per il numero di materiali catalogati

DESCRIZIONE

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archivio professionale
5521
numerico
Croci, Felice
Nato a Roma nel 1880, Felice Croci si trasferì a Bologna nel 1905 dove aprì un negozio di grammofoni, coltivando parallelamente la sua passione per la fotografia con ogni probabilità in maniera autonoma. Dopo il 1911 i documenti dell’anagrafe Croci lo indicano come 'fotografo in casa', dicitura che intendeva un tipo di attività senza sede legale.
A differenza dei molti fotografi operanti a Bologna nei primi anni del Novecento, Croci non esercitò mai l’attività di fotografo ritrattista, ma si specializzò fin da subito nella riproduzione delle opere d’arte. In questo campo riuscì a trarre profitto dalle sue capacità manuali e dal suo senso pittorico; ritoccava infatti personalmente tutte le lastre fotografiche realizzate per garantire qualità visiva e 'artistica' all’immagine. Nel 1917 prese in affitto un grande appartamento in un edificio di Via Farini 24, destinando un’intera ala alla camera oscura e alle attrezzature tecniche.
Fra gli anni Venti e gli anni Trenta Croci era forse l’unico fotografo in città ad occuparsi specificamente di riproduzione di opere d’arte. Lavorando per conto di privati (collezionisti, studiosi, mercanti, parroci) e di istituzioni pubbliche, arrivò a documentare una porzione significativa del patrimonio bolognese e emiliano romagnolo; una ricognizione resa ancora più importante dalle successive distruzioni belliche.
Dal 1930 la fortuna del Croci cominciò a vacillare forse anche a causa della concorrenza della neonata Ditta Villani, ugualmente specializzata in riproduzioni d’arte. Nel 1931 si trasferì in un appartamento in Via Guerrazzi 13. Nell’ottobre dello stesso anno pubblicò l’unico catalogo a stampa delle proprie fotografie d’arte che conta circa tremila immagini, ordinate per autore.
Felice Croci morì a Bologna il 30 gennaio 1934. La ditta ""Croci Felice"" fu rilevata dal figlio Enea che inizialmente la portò avanti ancora sotto il nome del padre e in seguito la trasferì presso la propria abitazione e la intitolò a sé stesso, fino alla chiusura definitiva nel 1941 (biografia tratta dalle Schede F di Elisa Mengoli consultabili nel Catalogo Generale dei Beni Culturali).
Il fondo venne definito nel 1950 da Rodolfo Pallucchini, allora direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università: "la principale fonte di materiale fotografico per tutto il settore dell’arte emiliana e delle opere d’arte esistenti in Emilia (...) fotografie che nella gran maggioranza non figurano nelle collezioni Alinari, Anderson ecc.". Grazie all'insistenza di Pallucchini, tra il 1950 e il 1953 venne acquistato dall'Alma Mater e destinato alla nuova sede dell'Istituto, nei locali restaurati di Palazzo Poggi. La maggior parte della documentazione si riferisce al patrimonio storico artistico della città e della provincia di Bologna. Sono presenti nuclei dedicati a specifici temi storico artistici, quali le croci dipinte del Due e Trecento, la scultura antelamica, il catalogo di Simone Cantarini, le opere conservate in chiese del territorio veronese, nonchè riproduzioni delle collezioni di musei e pinacoteche emiliano romagnole (Faenza, Parma, Forlì, Rimini, Budrio). Alcune fotografie furono eseguite per illustri storici dell'arte, come Igino Benvenuto Supino, Adolfo Venturi e Heinrich Boedmer, direttore del Kunst Historisches Institut in Florenz, che tra il 1924 e il 1927 commissionò a Croci numerose campagne.
La raccolta costituisce un raro esempio di archivio di un fotografo pervenuto a noi conservando integra la sua struttura. L'ordinamento numerico delle lastre permette di ricostruire la cronologia delle campagne. I materiali documentano le pratiche di ritocco con cui i professionisti dell'epoca intervenivano sui negativi allo scopo di armonizzare i toni, isolare le immagini e regolare i contrasti.
1917 ca. - 1941
acquisto ( 1953 ) 
discreto
Gli estremi cronologici sono riferiti all'arco dell'attività della ditta, comprendendo non solo la produzione di Felice Croci ma anche il periodo di gestione successiva da parte del figlio Enea, protrattosi fino al 1941.
  • Giorgio Porcheddu, La Fototeca del Dipartimento delle Arti Visive: memoria, ricerca, didattica, "Acta Photographica", III, 2008, n. 1, pp. 41-54.
  • Giorgio Porcheddu, L'archivio del fotografo Felice Croci - Nemo profeta in patria, "Quaderni di Palazzo Pepoli Campogrande", n. 8, 2004, pp. 9-18
  • Giorgio Porcheddu, Il fondo Felice Croci: storia di un fotografo d'arte e della sua opera, tesi di laurea A.A. 2000-2001, Università di Bologna

INTERVENTI E ACCESSIBILITÀ

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Dopo l'acquisizione e la stampa dei negativi da parte di Fotofast, il fondo è stato per lunghi anni abbandonato. Nel 2000/2001 è stato ‘riscoperto’ e studiato da Giorgio Porcheddu per la sua tesi di laurea compilata sotto la guida del professor Massimo Ferretti. Insieme agli altri nuclei che costituiscono la Fototeca I.B. Supino, tra il 2004 e il 2005 l’archivio è stato oggetto di un progetto di ricognizione e censimento promosso dalla Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte, coordinato dalla Soprintendenza PSAE di Bologna. Nell’ambito di questo intervento 272 negativi danneggiati sono stati restaurati e posizionati in contenitori e camicie in carta PAT.
Nel 2022 è stato avviato un progetto conservativo e di valorizzazione che porterà alla pulitura e alla messa in sicurezza dell'intero nucleo di mariali storici, nonchè alla schedatura dei fototipi all'interno del database della Fondazione Federico Zeri.
Il fondo, gestito dalla Biblioteca delle Arti dell'Area Patrimonio Culturale dell'Alma Mater, è collocato presso la Fototeca I.B. Supino nel complesso di Santa Cristina. Non è al momento consultabile in quanto oggetto di un progetto di pulitura, digitalizzazione e schedatura.

FOTOGRAFI PRINCIPALI

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