Search Attachments for
Unavailable
perizia
1994/05/28
Mauro Lucco attribuisce il dipinto con Cristo portacroce all'attività giovanile di Giulio Romano. Lo studioso propone numerosi confronti con opere nel catalogo dell'artista, in special modo con la Flagellazione nella Basilica di S. Prassede a Roma e con la Deesis, san Paolo e santa Caterina d'Alessandria della Pinacoteca Nazionale di Parma.
Unavailable
lettera
1993/08/16
Il mittente invia a F. Zeri stampe di fotografie in bianco e nero 18x24 mm della Madonna con Bambino e san Giovannino che si trova nella sua collezione privata. Chiede un parere sull'attribuzione.
Unavailable
lettera
1994/03/08
Il mittente invia a F. Zeri nuove fotografie in bianco e nero che riproducono la Madonna con Bambino e san Giovannino su cui lo studioso redigerà una perizia.
Basile G.
documentazione di restauro
1987/04
Relazione dattiloscritta sui restauri nel Palazzo Te di Mantova. Il direttore dei lavori Giuseppe Basile elenca le principali azioni di conservazione che hanno avuto luogo tra il 1984 e il 1986, specialmente sugli affreschi di Giulio Romano nella Sala di Psiche, sulle pitture della Sala dei Cavalli e su pareti della Sala di Cesare.
Shearman J.
testo a stampa
1983
Dal catalogo di John Shearman "The early Italian pictures in the collection of Her Majesty the Queen" (1983) fotocopie delle pagine 121-126 che riportano le schede di dipinti attribuiti alla bottega di Giulio Romano: L'imperatore Claudio, Nerone suona durante l'incendio di Roma, Sacrificio a Giove, Soldato romano a cavallo.
Zeri F.
perizia
1994/03/30
Perizia dattiloscritta relativa al dipinto "Madonna con Bambino e san Giovannino" che Zeri ritiene un autografo di Giulio Romano, datandolo al primo quarto del sec. XVI. Lo studioso nota la derivazione della composizione ad un disegno di Raffaello del Louvre e la corrispondenza con un dipinto del Louvre del medesimo soggetto (inv. 1417).
Zeri F.
perizia
1997/09/23
Perizia relativa ad un "Cristo portacroce", già Lazzaroni, ritenuto da Zeri un autografo di Giulio Romano. Nota la forza espressiva del dipinto e la sua vicinanza al Ritratto di Bindo Altoviti di Raffaello. Propende per una datazione anteriore al 1520, ma non esclude possa trattarsi di un'opera eseguita dopo l'arrivo a Mantova (1524).